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01/06/2025

Quali giovani?

Carissimi confratelli salesiani e laici impegnati nelle CEP e nelle Equipe di PG del Triveneto, eccoci arrivati già a giugno! Siamo al termine di un anno scolastico che chiude un po’ il cerchio su tante attività formative e pastorali, ma ne apre molte altre per questa estate, che si prospetta carica di attività per migliaia di giovani. Solo per darvi alcune stime, tutte le case salesiane del Triveneto proporranno Centri Estivi e Campi scuola, raggiungendo più di 10.000 persone, tra bambini e ragazzi. Tra questi, 2.000 adolescenti (ragazzi delle superiori) e 500 giovani (universitari) si metteranno al servizio di animazione verso i più piccoli!  

Questo mese di giugno si apre con la solennità dell’Ascensione del Signore, festa che ci invita a guardare in alto, “verso il cielo”, lì dove Gesù siede alla destra del Padre, ma al tempo stesso sentiamo rivolto anche a noi il monito degli angeli agli apostoli: «perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo» (At 1,11). Gesù non ci abbandona, ma dall’alto ci invita ad essere suoi testimoni, ad evangelizzare i giovani e le persone che incontriamo sul nostro cammino, per portare il Cielo su questa terra: «Andate e fate discepoli tutti i popoli…Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo» (Mt 28,19-20).

Con il mese scorso abbiamo terminato i Focus sui nuclei del P.O.I., che andremo a definire come documento ispettoriale nei prossimi mesi, così da farlo arrivare a tutte le comunità come strumento guida per tutte le nostre opere. Vorrei aprire con questo mese una serie di riflessioni sui “soggetti” principali della nostra missione, i giovani, le loro famiglie, i collaboratori, la comunità salesiana… per cui un po’ alla volta, nei prossimi mesi, i Focus si concentreranno su ciascuno di questi soggetti. Partiamo dai nostri giovani! Chi sono? Quali giovani stiamo intercettando nelle nostre opere salesiane del Triveneto?

Parto da alcune notizie di giornale degli ultimi giorni e prendo spunto da alcuni testi usciti nelle librerie. Iniziamo con una notizia positiva: una indagine sulla qualità della vita per fasce d’età, condotta da Il Sole 24 ore e uscita lo scorso 25 maggio, indica che molte città del Nord Est sono tra le più attente ai giovani, tra cui Gorizia è la prima in classifica, seguita da Bolzano. Più o meno i risultati sono simili per la fascia d’età dei bambini. Questo dato dovrebbe farci riflettere su più punti di vista: come rientriamo noi in questo studio, con il servizio che offriamo ai bambini e ai giovani? Come siamo capaci di lavorare in rete con il pubblico e le altre associazioni private per il servizio ai giovani? Quanto siamo capaci di vedere il positivo che c’è nel nostro territorio? Quanto ci preoccupiamo invece delle criticità che presenta l’Italia del Centro-Sud? 

Al tempo stesso ci rendiamo conto che questi giovani sono - come direbbe don Bosco - la porzione “più delicata e la più preziosa dell’umana società” (MB II,45). Nelle nostre scuole e nei nostri oratori incontriamo sempre più ragazzi fragili e bisognosi di educazione. In modo particolare emergono sempre di più problemi legati alla salute mentale e alle nuove dipendenze, oltre all’esplodere della violenza minorile. Gli ultimi episodi di cronaca ce lo dimostrano ampiamente: a Torino troviamo l’adolescente in ospedale in crisi d'astinenza perché gli era stato tolto il telefonino (e casi come questi ce ne sono sempre di più, portando moltissime persone ad avere problemi legati proprio alla salute mentale con ricoveri in ospedale); mentre ad Afragola troviamo l’ennesimo caso di violenza da parte di un diciottenne, che sfocia nell’assassinio di una giovanissima ragazza, Martina, di appena 14 anni, che era stata la sua fidanzatina. 

Sono temi su cui siamo chiamati a riflettere pastoralmente: la violenza tra i giovani, i nuovi disturbi mentali e le nuove dipendenze da smartphone. 

Trovo interessante il saggio di Jonathan Haidt intitolato "La generazione ansiosa", in cui esamina il crescente problema dei disturbi mentali tra i giovani. Qui l'autore individua come causa principale l'utilizzo precoce e intensivo di smartphone e social media. Secondo Haidt, la "generazione ansiosa" è il risultato di due dinamiche opposte: 1. Eccessiva protezione nel mondo reale: i genitori tendono a limitare l'autonomia dei figli, privandoli di esperienze cruciali per sviluppare la resilienza; 2. Insufficiente protezione nel mondo virtuale: i giovani sono esposti, senza un'adeguata supervisione, ai pericoli dei social media, tra cui il cyberbullismo e la dipendenza dall'approvazione online.

Questa combinazione di fattori ha contribuito all'incremento di ansia, depressione e altri disturbi mentali, in particolare nella Generazione Z. Siamo chiamati quindi a trovare delle soluzioni preventive a livello educativo su questo problema, e le nostre attività pastorali rivolte agli adolescenti ne devono tenere conto, in collaborazione con le loro famiglie.

Un altro libro che offre una riflessione sull'epoca contemporanea, caratterizzata da incertezza e instabilità, e che si rivolge in particolare alle nuove generazioni è “L’epoca dell’intraquillità” di Benasayag e Cohen, in cui questi autori analizzano il senso di minaccia e insicurezza che permea il mondo attuale, segnato da eventi come pandemie, guerre e cambiamenti climatici. Questo clima di incertezza genera in molti, soprattutto tra i giovani, sentimenti di tristezza, paura e angoscia. Tuttavia, Benasayag e Cohen propongono di non considerare questi sentimenti come patologici, ma come potenziali motori di cambiamento e creatività. La loro prospettiva offre alle nuove generazioni uno strumento per comprendere e affrontare le sfide del presente, dove il desiderio di vita, di gioia e di solidarietà, può trovare spazio anche anche in mezzo al caos.

Credo anche io che in mezzo a questo caos in cui viviamo, se teniamo lo sguardo verso il Cielo, possiamo trovare, guidati dallo Spirito Santo, le soluzioni per aiutare i giovani a trovare il loro spazio nel mondo a servizio degli altri, sostenendosi a vicenda nel rendere la società sempre più attenta ai bisogni di tutti. 

 

don Emanuele Zof

DELEGATO PG - INE