(ANS – Lima) – Una storia di santità silenziosa, tessuta tra i fiumi, la foresta e i volti indigeni dell’Amazzonia – dell’Ecuador e soprattutto, negli ultimi 30 anni, in Perù – si avvicina a una nuova alba. Venerdì 30 maggio, in coincidenza provvidenziale con il mese di Maria Ausiliatrice, si conclude a Lima la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio don Luis (Luigi) Bolla, conosciuto dal popolo Achuar come “Yánkuam’ Jintia”, “la stella che illumina il cammino”.
La sessione di chiusura si svolgerà presso la sede dell’Arcivescovado di Lima, nel cuore della capitale peruviana. Presieduta dal Card. Carlos Castillo Mattasoglio, Arcivescovo di Lima e Primate del Perù, vedrà anche la partecipazione del Postulatore Generale della Congregazione Salesiana, don Pierluigi Cameroni, SDB, e del suo collaboratore, don Gabriel Cruz, SDB, giunti appositamente da Roma.
Saranno presenti anche i membri del Tribunale Diocesano: don Sandro Gabriele Carbone Carbone, delegato dell’Arcivescovo; il P. Edwin Limas Falcón, OSJ, Promotore di Giustizia; e il Notaio Attuario don Manuel Ernesto Zegarra Basurco. Tutti hanno seguito con zelo e rigore la raccolta delle testimonianze, dei documenti e della segnalazione di grazie e segni legati alla vita e alle virtù di don Bolla.
La Causa fu ufficialmente introdotta il 27 settembre 2021, con l’emissione dell’editto da parte dell’Arcivescovo di Lima. Da allora, il processo ha affrontato non poche sfide. In piena pandemia, con le limitazioni imposte dal contesto sanitario e la dispersione dei testimoni – molti dei quali nella profonda Amazzonia o in luoghi difficilmente raggiungibili – si è optato per una strategia di interviste a distanza, con la dovuta autorizzazione della Dicastero delle Cause dei Santi.
Nato a Schio (Vicenza), Italia, nel 1932, Luigi Bolla professò come salesiano di Don Bosco e fu ordinato sacerdote con un unico desiderio: donare la sua vita alle missioni. Udì la voce di Dio a soli 11 anni: “sarai sacerdote”. Questo desiderio si realizzò nella foresta al confine tra Perù ed Ecuador, dove visse per oltre 50 anni tra i popoli Shuar e Achuar. Non fu un evangelizzatore di passaggio: imparò la lingua, assunse le usanze, percorse lunghi tragitti tra sentieri e fiumi, e soprattutto amò il popolo indigeno annunciando in forma originale il messaggio del Vangelo.
La sua morte, avvenuta a Lima nel 2013, lasciò un segno indelebile. Oggi, la sua figura riemerge con forza, non per nostalgia, ma per il riconoscimento di una vita che sfida l’oblio.
Con la conclusione di questa fase diocesana, tutta la documentazione raccolta sarà inviata a Roma, dove dopo la validità dell’Inchiesta diocesana si procederà alla stesura della Positio in vista del riconoscimento delle virtù eroiche del Servo di Dio.
Per molti, il nome Yánkuam’ Jintia non è solo una memoria viva, ma una profezia in cammino. La stella che ha illuminato la selva Achuar potrebbe presto brillare nel firmamento dei Santi della Chiesa.
---
Articolo tratto da: infoans.org