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10/05/2025

L'obbedienza filiale al Papa e alla Chiesa

Questa elezione ci ha riportato alla mente l’affetto profondo che Don Bosco nutriva per il Papa. Non lo chiamava mai per nome proprio Francesco, Leone ma semplicemente il Papa. Per lui, questa figura rappresentava il cuore della Chiesa, il punto di riferimento sicuro. E nei confronti del Papa, Don Bosco praticava un’obbedienza filiale, totale, vissuta con umiltà e fede.

Un esempio emblematico è la richiesta che il Papa gli fece di scrivere le Memorie dell’Oratorio. Don Bosco non voleva farlo: non amava scrivere di sé stesso. Ma quando glielo chiese, obbedì. Così oggi possiamo leggere quelle pagine straordinarie che ci raccontano la nascita e lo spirito del carisma salesiano.

Un’altra richiesta del Papa fu quella di completare la costruzione della chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Roma, proprio di fronte alla stazione Termini. L’opera era ferma per mancanza di fondi. Don Bosco si fece carico di quel sogno: viaggiò in tutta Europa, raccolse offerte, coordinò i lavori. Lo fece a prezzo di grandi fatiche, consumò le sue ultime forze. Ma fu fedele. Era il desiderio del Papa! Fu in quella chiesa che, durante la messa celebrata all’altare di Maria Ausiliatrice, ricevette la luce interiore per comprendere il senso di tutta la sua vita come promesso dalla Madonna nel sogno dei 9 anni: “A suo tempo tutto comprenderai”.

Don Bosco ci ha lasciato questo spirito come eredità: l’obbedienza filiale al Papa, che non è cieca sudditanza, ma amore fedele alla Chiesa. Per questo oggi partecipiamo con il cuore all’elezione di Leone XIV, come educatori e come comunità salesiana, rinnovando il nostro desiderio di essere figli della Chiesa, testimoni fedeli del Vangelo.

Nel suo primo messaggio, Papa Leone XIV ha subito dato alcuni segnali significativi. Ha scelto il nome Leone in riferimento a fra Leone, il primo discepolo di San Francesco d’Assisi, indicando così un desiderio di continuare nella scia di Papa Francesco, come discepolo del discepolo. Allo stesso tempo, richiama Leone XIII, autore della prima enciclica sociale della Chiesa, Rerum Novarum. Questo ci dice che il nuovo Papa vuole porsi nel solco dell’impegno per la giustizia sociale e per i poveri.

Due parole del suo discorso hanno colpito particolarmente: “La pace sia con voi” e “senza paura”. La prima è l’annuncio del Risorto ai suoi discepoli, riuniti nel cenacolo: un invito a essere costruttori di pace, in un mondo ferito. La seconda, “senza paura”, un appello alla testimonianza coraggiosa della fede, anche nei tempi difficili. Il Papa non ha nascosto la portata della missione che attende la Chiesa.

Un dettaglio significativo: Papa Leone XIV, pur essendo americano, non ha parlato in inglese e non ha rivolto un saluto statunitense. Ha invece salutato il Perù e la sua gente, dove ha svolto parte del suo ministero missionario. Questo mostra la sua attenzione alle periferie, ai popoli del Sud del mondo, più che ai centri di potere globale.

Infine, il Papa si è presentato come frate agostiniano e ha citato Sant’Agostino con queste parole: “Con voi sono cristiano, e per voi vescovo”. Un invito semplice e profondo: aiutate il Papa a essere guida, ma sappiate che anzitutto fratello nel cammino della fede.

Anche noi vogliamo rispondere con fedeltà a questo nuovo tempo che si apre nella vita della Chiesa, con il cuore colmo di gratitudine e di speranza. Che lo spirito di Don Bosco ci accompagni sempre e ci renda capaci di camminare con amore, senza paura, come costruttori di pace, ovunque siamo, pronunciando parole buone e compiendo gesti di generosità e altruismo.

don Silvio Zanchetta