IN CAMMINO
[I discepoli di Emmaus] si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane. (Lc 24,32-35)
Così si conclude il famoso Vangelo dei discepoli di Emmaus. Quante volte l’abbiamo ascoltato e meditato! Senza indugio, dopo aver riconosciuto la presenza di Gesù accanto a loro, i due partono per Gerusalemme e raccontano agli apostoli e a tutti i presenti quanto hanno vissuto, con lo stupore e l’ardore tipici di chi passa dall’incredulità alla fede piena.
In tante delle nostre case salesiane, proprio nei giorni della Settimana Santa, si sono vissute esperienze forti di comunità, preghiera e servizio. Molti giovani hanno potuto vedere e toccare con mano la bellezza della fede e lasciarsi così illuminare da un incontro autentico con Gesù. Come per i discepoli di Emmaus, è giunto anche per noi, ora, il tempo di tornare alla nostra quotidianità e di portare a tutti l’annuncio della Pasqua di Cristo. Gesù chiede non solo a noi salesiani, ma anche ai giovani che accompagniamo, di essere testimoni credenti e credibili di quanto abbiamo celebrato e vissuto in questi giorni santi e di essere missionari in tutti gli ambienti in cui viviamo. Attorno a noi spesso tocchiamo una realtà stanca, disperata e morta che aspetta la luce e la vita della fede. Ogni giovane, in particolare, è chiamato a portare Gesù nell’ambiente scolastico e accademico per illuminare il mondo della cultura con la Sapienza della fede; di portare Gesù nello sport e nel tempo libero, ambienti preziosi per la costruzione integrale della persona; di portare Gesù nella famiglia e nelle relazioni di amicizia e di amore per trasformare i nostri affetti da lacci in legami che ci salvano e ci portano in Paradiso.
In ispettoria alcuni giovani, proprio in questi mesi, hanno sentito un anelito particolarmente profondo ed esplicito non solo per testimoniare la propria fede nella loro quotidianità, ma un grande desiderio di partire per terre lontane di missione in quest’estate. Sabato 11 marzo si sono così incontrati per la prima volta a Mestre, per il primo appuntamento in preparazione delle esperienze missionarie estive: una trentina di ragazzi e ragazze motivati dalla ricerca di grandi risposte per la loro esistenza, ma soprattutto accesi dal desiderio di spendersi nel servizio ai più poveri per portare una carezza, un gesto e una parola di carità e di amore, con la passione che animò i primi discepoli-missionari.
Nelle prossime settimane vivranno altri incontri decisivi per maturare motivazioni sempre più profonde, per creare un gruppo che possa profumare di Chiesa, per prepararsi con concretezza alla missione estiva.
Mentre si stanno delineando l’equipe per l’Estate Ragazzi a Bardolino e le disponibilità per gli scambi tra animatori delle varie case salesiane, sei giovani si sono resi disponibili per un mese a Betlemme sui luoghi santi in servizio per animare il centro estivo, sei giovani andranno in Egitto per l’insegnamento dell’italiano a studenti locali e una decina partiranno verso l’Ecuador per un campo lavoro in collaborazione con l’Operazione Mato Grosso.
Li accompagniamo nella preghiera perché possano veramente prepararsi al meglio e vivere delle esperienze forti che trasformino il loro cuore e un pezzettino di mondo in meglio.
A fine maggio, durante la Veglia vocazionale, riceveranno il mandato per sentirsi discepoli-missionari inviati dalla Chiesa e per sentire che accanto a loro cammina proprio quel Gesù che si rivela allo spezzare del Pane e che, come ad Emmaus, chiede anche a noi di metterci in cammino, con cuore ardente e piedi mai stanchi, per le vie del mondo.