(ANS – Città del Vaticano) – Una celebrazione dell’universalità della Chiesa e un rinnovamento nello slancio evangelizzatore: questo è stato il Concistoro ordinario pubblico del 30 settembre 2023, nel quale il Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime, è stato creato ufficialmente cardinale.
Grande è stata l’emozione per tutta la Famiglia Salesiana quando il Santo Padre Francesco ha pronunciato la formula ufficiale di creazione dei 21 nuovi cardinali, e ancor più quando, faccia a faccia con il Rettor Maggiore in ginocchio davanti a lui, gli ha imposto zucchetto e berretta color porpora, l’anello cardinalizio e gli ha assegnato pubblicamente la diaconia “salesiana” della chiesa di Santa Maria Ausiliatrice in Via Tuscolana.
Il successivo momento dell’abbraccio del Card. Fernández Artime al Santo Padre è stato al tempo stesso un gesto simbolico, segno di fedeltà nel servizio ecclesiale, ma anche espressione di una vicinanza e affinità concreta tra i due pastori.
In precedenza, il solenne rito aveva visto il primo dei 21 cardinali nominati, l’agostiniano Card. Robert Francis Prevost, Prefetto del Dicastero per i Vescovi, rivolgere a nome di tutti un messaggio di omaggio e ringraziamento al Pontefice. Il Card. Prevost ha sottolineato come il cardinalato porti con sé onori, ma soprattutto oneri, e il senso di inadeguatezza dei neo-cardinali di fronte alla grandezza del servizio cui ora sono chiamati. Tuttavia, in uno spirito di fiducia nella Divina Provvidenza e nella lungimiranza del Pontefice, ha rinnovato l’adesione di tutti all’incarico assegnato, da portare avanti con assoluta dedizione, massima umiltà e totale lealtà.
Dopo la lettura del brano evangelico della Pentecoste (At 12, 1-11) il Santo Padre ha offerto alcuni spunti ai nuovi cardinali – validi, però, anche per tutti i membri del Collegio Cardinalizio.
“Prima di essere apostoli – sacerdoti, vescovi, cardinali, siamo ‘Parti, Medi, Elamiti’… E questo dovrebbe risvegliare in noi lo stupore e la riconoscenza per aver ricevuto la grazia del Vangelo nei nostri rispettivi popoli di origine. Ritengo che ciò sia molto importante e da non dimenticare” ha affermato il Papa, esortando i neo-porporati a conservare “stupore e riconoscenza” per l’azione dello Spirito Santo che li ha raggiunti nelle loro lingue e popoli, attraverso la mediazione di tante persone: genitori, nonni, catechisti…
Per questo, ha proseguito Francesco quasi a voler suggerire uno stile pastorale fatto di prossimità e semplicità, è importante ricordare che “la fede si trasmette in dialetto”, e che prima di essere “evangelizzatori” si è stati tutti “evangelizzati”.
L’ultimo accenno del Santo Padre è stato all’universalità del Collegio Cardinalizio, espressione di una “sinfonicità” e di una “sinodalità” che è propria di tutta la Chiesa. “La diversità è necessaria, è indispensabile. Ma ogni suono deve concorrere al disegno comune. E per questo è fondamentale l’ascolto reciproco… E il direttore dell’orchestra è al servizio di questa specie di miracolo che ogni volta è l’esecuzione di una sinfonia”.
Proprio l’immagine dell’orchestra, ha concluso il Santo Padre, insegna “sempre meglio ad essere Chiesa sinfonica e sinodale … nella consolante fiducia che abbiamo come maestro lo Spirito Santo: maestro interiore di ognuno e maestro del camminare insieme”, che “crea la varietà e l’unità” e che “è la stessa armonia”.
La celebrazione si è conclusa con la benedizione apostolica del Santo Padre per i circa 12mila fedeli presenti in Piazza San Pietro per questa giornata di festa; i quali, sotto un sole ancora estivo, in buona misura si sono poi messi in fila per le tradizionali “visite di cortesia” ai neo-cardinali nei corridoi del Palazzo Apostolico vaticano.