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25/09/2025

Convitti universitari

Con l’inizio del nuovo anno accademico, anche i nostri convitti universitari salesiani hanno ripreso pienamente le attività, accogliendo centinaia di studenti che vivranno mesi intensi di studio, relazioni e crescita personale. I convitti non sono soltanto luoghi di alloggio: sono vere e proprie comunità educative che accompagnano i giovani in una fase decisiva della loro vita.

Nei giorni scorsi i responsabili dei convitti di Trento, Verona e Padova si sono incontrati per fare il punto della situazione, condividendo osservazioni e prospettive. Don Emanuele, che ha guidato la riunione, ha sottolineato come l’obiettivo non fosse una semplice rassegna di attività, ma una lettura profonda delle caratteristiche dei giovani, per cogliere pregi e sfide e per rafforzare il cammino educativo e pastorale.

A Verona, il convitto diretto da don Emad Matta ospita 69 giovani, in un ambiente sereno e vivace. I ragazzi e le ragazze dimostrano responsabilità nello studio (fino a dieci ore al giorno), ma anche attenzione alla salute, allo sport e agli interessi artistici. L’atmosfera è inclusiva e rispettosa, con relazioni autentiche e una grande stima per i salesiani. La sfida principale rimane il rischio di un certo vuoto spirituale, con il pericolo che l’impegno accademico diventi totalizzante e lasci poco spazio alla ricerca di senso più profonda.

A Trento, guidato da don Marek Slawomir, la comunità si distingue per la forte internazionalità, con 117 studenti provenienti da diversi Paesi. La vita comunitaria è vivace e partecipata: la cucina autogestita è uno dei luoghi privilegiati di incontro e fraternità, e non mancano momenti di formazione con il Vescovo o con esperti invitati. Colpisce lo spirito di servizio dei ragazzi, che si mettono a disposizione per preparare pasti o organizzare eventi comuni, e l’iniziativa di creare un gruppo di ex-allievi impegnati nella formazione e nel servizio agli altri.

A Padova, sotto la guida di don Paolo Zuccato, vivono studenti che in gran parte hanno già conosciuto lo stile salesiano durante il percorso scolastico. Si tratta di giovani educati, rispettosi e seri negli studi, in prevalenza in ambito scientifico. Tuttavia, emerge con chiarezza una difficoltà nel coinvolgimento religioso: la partecipazione alla vita di fede è scarsa, e le proposte del comitato studentesco si orientano soprattutto verso attività ludiche e ricreative. Anche qui si avverte dunque la necessità di offrire percorsi che aiutino a riscoprire la dimensione spirituale della vita.

Dall’analisi complessiva è emerso un quadro ricco e stimolante: i convitti salesiani offrono ai giovani molto più che un tetto sotto cui vivere. Sono luoghi dove si impara a condividere, a responsabilizzarsi, a crescere in autonomia e amicizia. Al tempo stesso, la sfida più grande rimane quella di custodire e alimentare la dimensione spirituale, perché la formazione universitaria non diventi solo accumulo di conoscenze, ma occasione di crescita integrale della persona.

I responsabili hanno espresso il desiderio di far conoscere di più, all’interno della Famiglia Salesiana e oltre, l’esperienza dei convitti: spesso meno visibile rispetto a scuole e oratori, ma di grande valore educativo e pastorale. È un ambito prezioso, che permette di accompagnare i ragazzi dopo il percorso scolastico, mantenendo un filo rosso con lo stile di Don Bosco.

Il nuovo anno accademico è dunque iniziato con entusiasmo e con la consapevolezza che nei convitti universitari salesiani si gioca una partita importante: aiutare i giovani a diventare adulti responsabili, aperti agli altri e capaci di dare senso profondo alla propria vita.