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08/02/2025

Come un seme

L’11 novembre 1875 fu un giorno davvero solenne e di grande emozione. Dopo lunghi e dettagliati preparativi don Bosco pronunciò un discorso durante la celebrazione di invio missionario per accompagnare i suoi figli che per primi avrebbero varcato l’oceano: destinazione Patagonia!

Ma lasciamo la parola direttamente a don Bosco: “In dialogo con il Papa è stata scelta l’Argentina: in questo modo noi diamo principio ad una grand’opera, non perché si abbiano pretensioni o si creda di convertire l’universo intero in pochi giorni, no; ma chi sa, che non sia questa partenza e questo poco come un seme da cui abbia a sorgere una grande pianta? Si, partite pure coraggiosi, ma ricordatevi che c’è una sola Chiesa che si estende in Europa e in America e in tutto il mondo e riceve nel suo seno gli abitanti di tutte le nazioni che vogliono venire a rifugiarsi nel suo materno seno. La missione è la stessa, indipendentemente dal luogo, e l’unità di spirito prevale anche quando, fisicamente lontani, tutti lavoriamo alla maggior gloria di Dio.

In qualunque rimota parte del mondo vi troviate, non dimenticate che qui in Italia avete un padre che vi ama nel Signore, una Congregazione che ad ogni evenienza a voi pensa. Andate, adunque! Voi dovrete affrontare ogni genere di fatiche, stenti, pericoli, ma non temete: Dio è con voi. Non andrete soli, molti Salesiani seguiranno il vostro esempio!”.

È con una certa emozione che si rileggono le parole accorate di un padre coraggioso che manda dall’altra parte del mondo i suoi figli per conquistare anime. Dopo 150 anni quelle stesse parole, forse un po’ lontane nel linguaggio, ma vicinissime nelle intenzioni, riecheggiano ancora nel nostro cuore. Ne facciamo memoria, grati perché da quel seme, sparso nel 1875, è nata davvero una grande pianta che è sbocciata rigogliosa in più di 130 paesi di tutto il mondo. E il carisma di don Bosco, oggi più vivo che mai, ancora convoca e via numerosi missionari e giovani verso i quattro angoli del mondo. 

Con il 31 gennaio si è chiusa ufficialmente la raccolta delle manifestazioni di interesse da parte di quei giovani che, quest’estate, hanno espresso il desiderio di vivere un’esperienza missionaria all’estero. Sono giunte 65 richieste da giovani di tutta l’ispettoria, pronti a fare loro quello stesso messaggio che don Bosco rivolse ai primi missionari, per poter vivere un’esperienza ricca di avventura, ma soprattutto capace di far aprire occhi e cuore alla dimensione della mondialità. 

Come l’anno scorso, abbiamo letto le loro lettere di presentazione, cariche di entusiasmo, di sogni e di intuizioni. Ne abbiamo scelto alcuni stralci.

Scrive un giovane: “Ora sono certo di voler partire…perché so di poter trasformare il mio sogno ed il mio entusiasmo in un’opera di bene…perché sono convinto che sia l’esperienza nella quale possa esprimermi al meglio e donare me stesso veramente…perché, confrontandomi con la mia guida spirituale, credo sia un passo molto importante per la mia vita, un passo che finalmente posso e desidero compiere nel mio percorso di crescita spirituale e personale”.

Un altro giovane, proveniente da uno dei nostri oratori, scrive: Grazie agli insegnamenti ricevuti da bambino, e grazie alla possibilità che ho avuto di diventare animatore, ho scoperto la mia strada e vorrei in qualche modo donare una parte di quello che ho avuto la grazia di ricevere. Nonostante i vari momenti che vivo con i giovani mi riempiano moltissimo di gioia, sento ancora che mi manca qualcosa. Sento il desiderio, fortissimo, di aiutare le persone in difficoltà, di dare il mio contributo in una comunità con una cultura e con difficoltà assai diverse dalla mia. Oltre a ciò, ho il forte desiderio di prendere parte ad una missione che mi faccia spogliare da tante cose superflue che mi rendo conto di avere nella vita di ogni giorno. Voglio capire, con mano, quali siano realmente le cose importanti nella vita di ognuno di noi. Vorrei vivere missione anche per un discorso di fede”.

Infine una giovane, proveniente da una nostra scuola, afferma: “So benissimo anche che il bene lo si può fare ovunque, non serve prendere un aereo e viaggiare dall’altra parte del mondo, basta davvero guardarsi attorno. Ma allo stesso tempo il desiderio di poter dare qualcosa e ricevere qualcosa, un pezzettino di quello che so fare, un pezzettino di quello che sono in un posto a me ignoto e solamente immaginato è ciò che mi spinge a voler fare questa esperienza. Sento forte dentro di me, che c’è sempre più bisogno di qualcuno che si prenda a cuore la vita e i sogni dei ragazzi e mi sento anche un po’ chiamata a fare questo nella vita. Questo desiderio di mettermi a servizio dell’altro è sempre stato radicato in me proprio perché fin dall’infanzia il mio sogno è sempre stato quello di poter andare in missione e più cercavo di seppellire questo desiderio e sempre più tornava fuori più vivo che mai ad ardere nel mio cuore”.

E’ davvero significativo rendersi conto che il cuore dei giovani è ancora vivo e batte forte per le esperienze di solidarietà. In loro c’è una domanda sincera di dedizione, ma anche la disponibilità a portare con umiltà la fede e tornare poi con una spiritualità ancora più accesa perché temprata sul campo. 

L’Angola, l’Egitto, il Brasile, il Madagascar, la Moldavia e l’Ungheria sono le mete che accoglieranno le nostre equipe che, proprio in questi giorni, si stanno costituendo. Il 22 febbraio sarà la prima grande occasione di incontro per tutti i nostri giovani partenti: opportunità davvero preziosa per conoscersi e iniziare a preparare le valigie…con l’augurio che oltre a qualche vestito e un vocabolario di lingue esotiche questi giovani possano mettere in borsa la loro grande disponibilità e lasciare un posticino per riportare a casa ricordi, frasi e incontri capaci di allargare l’orizzonte e capaci di portare frutto anche qui, negli ambienti più quotidiani.

Don Fabio Maistro (animatore missionario) e don Luca Bernardello (animatore vocazionale)