04/11/2024

Cielo Aperto

Dal 1° al 3 novembre 2024, presso il Soggiorno Marino Don Bosco di Caorle, si è tenuto l'incontro del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) Uni-Lav che ha coinvolto circa 50 giovani universitari e lavoratori provenienti da diverse realtà salesiane del Triveneto. L'incontro è stato un viaggio spirituale incentrato sul tema del battesimo, inteso come fonte di ispirazione e di impegno per vivere una vita immersa nell’amore di Dio.

Simboli del battesimo e riflessione personale

Il cammino è iniziato con una riflessione sui simboli del battesimo: l'acqua, il crisma, la veste bianca e la candela accesa. Ogni simbolo è stato accompagnato da domande che invitavano i partecipanti a riflettere sulla propria vita spirituale e sulla loro identità cristiana. Domande come “Da cosa senti che il tuo cuore ha bisogno di essere lavato?” o “Quali sono le luci che senti di aver acceso nella tua vita?” hanno guidato una riflessione personale profonda. Successivamente, i giovani hanno condiviso le loro risposte in gruppi, aprendo il proprio cammino di fede agli altri e delineando aspettative per il percorso.

La riflessione biblica di fra Lino Breda

Fra Lino Breda, eremita, ha offerto una meditazione ispirata al Vangelo del battesimo di Gesù (Mt 3, 13-17), invitando i giovani a riscoprire la bellezza di una vita immersa nell’amore di Dio. Partendo dal battesimo di Cristo, fra Lino ha spiegato come questo sacramento sia più di un semplice rito, ma rappresenti una chiamata quotidiana a vivere una relazione autentica e personale con Dio. Le sue parole hanno incoraggiato i giovani a considerare il battesimo come una scelta di vita, una risposta consapevole all’amore originario e gratuito di Dio.

Testimonianza di Elena e Andrea

Un momento particolarmente toccante è stata la testimonianza del sabato pomeriggio di Elena e Andrea, una famiglia dell'Associazione Giovanni XXIII della bassa friulana. La coppia, oltre ai loro tre figli, accoglie nella loro casa altri cinque bambini con gravi problemi di salute. La loro esperienza di vita, fondata sulla scelta di essere “genitori nella fede” per i più vulnerabili, ha rappresentato un esempio straordinario di amore incondizionato e di servizio verso il prossimo. Con umiltà e trasparenza, Elena e Andrea hanno raccontato le sfide e le gioie della loro scelta, trasmettendo ai giovani la bellezza di una fede vissuta attraverso gesti concreti. La loro testimonianza ha mostrato come il battesimo possa ispirare un impegno profondo e quotidiano per incarnare l’amore di Dio verso chi è più fragile.

Veglia di adorazione

La veglia notturna, uno dei momenti più intensi dell’incontro, ha offerto ai giovani un’opportunità di adorazione e preghiera silenziosa. I canti e le letture sul tema dell’“Acqua e Spirito” (Gv 3, 1-8) hanno accompagnato i partecipanti in una riflessione sul battesimo come rinascita in Cristo e come impegno a vivere una vita nuova. Il silenzio della notte ha creato un’atmosfera raccolta e intima, in cui i giovani hanno potuto affidare a Dio le proprie speranze, preoccupazioni e desideri. Le parole ascoltate durante la giornata e le testimonianze hanno risuonato profondamente nei cuori, portando molti a rinnovare il proprio impegno a seguire Cristo con autenticità.

La luce e la missione di fede

Nell’ultima giornata, il tema della luce è stato il fulcro della riflessione, visto come richiamo a vivere il battesimo in modo concreto, come “figli della luce” chiamati a portare speranza agli altri. Questo tema ha trovato uno sviluppo profondo attraverso la figura di Takashi Paolo Nagai, medico giapponese e convertito al cattolicesimo, la cui storia di vita è stata presentata ai giovani come modello di fede e resilienza.

Nagai, nato vicino a Hiroshima in una famiglia di religione shintoista, ha vissuto un percorso di ricerca personale che lo ha condotto alla fede cristiana in un contesto di profonda sofferenza e di grande sacrificio. Da giovane studente di medicina, Takashi si era allontanato da ogni dimensione spirituale, influenzato dal materialismo dei suoi studi. Tuttavia, un evento tragico – la morte di sua madre – risvegliò in lui il desiderio di trovare un significato più profondo, portandolo ad avvicinarsi alla fede cattolica grazie alla famiglia Moriyama, discendenti di antichi cristiani perseguitati.

Takashi Paolo Nagai è stato testimone di momenti drammatici della storia del Giappone, tra cui l’esplosione della bomba atomica a Nagasaki. Dopo la tragedia, il suo ruolo di medico lo portò ad assistere e consolare innumerevoli feriti e a confrontarsi con la devastazione. Da questo deserto di dolore e distruzione, Nagai trovò nella fede un modo per rinascere e divenne un esempio di speranza per tutta la comunità di Urakami, il quartiere cristiano di Nagasaki. La sua frase, “Per tutto quello che è stato, grazie. Per tutto quello che sarà: sì”, risuona ancora oggi come una testimonianza di totale abbandono alla volontà di Dio, anche di fronte alla sofferenza più estrema.

I giovani hanno potuto riflettere su come il battesimo possa essere una luce che risplende nella notte del mondo, una fonte di speranza capace di illuminare anche i momenti più oscuri. La storia di Takashi Nagai li ha ispirati a portare avanti, con la stessa determinazione, una fede vissuta attraverso gesti concreti, consapevoli che anche nei momenti più difficili possono essere luce per chi li circonda.

La comunità cristiana come luogo di appartenenza

L'incontro "Cielo Aperto" si è concluso con la Messa della Domenica, dove i giovani sono stati esortati a vedere nella comunità cristiana una famiglia dove crescere e trovare forza, sapendo di non essere soli nel loro cammino di fede. L’esperienza dell’incontro ha lasciato in loro un rinnovato desiderio di vivere il battesimo come una chiamata a essere luce e amore per gli altri, testimoniando con azioni concrete l’amore di Dio.