Quando si parla di bullismo, devianza giovanile o dispersione scolastica, spesso il discorso si arena sulla sensazione di impotenza. Ma ci sono storie che rompono questo schema, mostrando che, anche nei contesti più difficili, è possibile riscrivere il proprio destino. È il caso di Daniel Zaccaro, protagonista del libro “Ero un bullo” di Andrea Franzoso, che si trasforma in uno spettacolo teatrale di grande impatto sociologico.
Daniel Zaccaro cresce a Quarto Oggiaro, una delle periferie più complesse di Milano. Tra difficoltà economiche, litigi familiari e un ambiente sociale teso, trova rifugio nel calcio. Il suo talento lo porta a giocare per l’Inter a soli dieci anni, ma un errore sul campo spezza il suo sogno. Da quel momento, la rabbia e la frustrazione prendono il sopravvento, trasformandolo in un bullo temuto e rispettato solo per la paura che incute.
La sua vita prende una piega drammatica: dalla scuola alle rapine, fino al carcere minorile Beccaria, dove sembra che il suo destino sia ormai segnato. Eppure, qualcosa cambia. L’incontro con don Claudio Burgio, cappellano del carcere, e con altri adulti credibili come Fiorella, una professoressa in pensione, inizia a scrivere un nuovo capitolo nella vita di Daniel.
Accolto nella comunità Kayrós di Milano, Daniel riscopre il valore dello studio e del cambiamento. Non solo si diploma, ma si laurea in Scienze dell’educazione presso l’Università Cattolica, festeggiato anche dalla pm che lo aveva condannato. Oggi, Daniel è un educatore impegnato ad aiutare quei ragazzi difficili che, come lui, cercano un senso e una direzione.
Come dice lo stesso Daniel: “Nella vita non esiste un copione già scritto. Fino all’ultimo puoi decidere di cambiare il finale”. Un messaggio potente per tutti, giovani e adulti, che si ritrovano ad affrontare errori e fallimenti.
Prodotto da Fondazione Aida, lo spettacolo “Ero un bullo” trasporta questa storia sul palcoscenico, trasformandola in un’esperienza coinvolgente per ragazzi a partire dagli 11 anni, insegnanti, educatori e famiglie. La regia di Lucia Messina intreccia prosa, musica rap e momenti di forte impatto emotivo, dando vita a un racconto che non lascia indifferenti. I protagonisti sono interpretati da Lorenzo Feltrin, Giulia Lacorte e Nicolò Bruno, mentre le musiche e la scenografia completano un quadro narrativo ricco di "inciampi e risalite".
La vicenda di Daniel Zaccaro ci ricorda che gli adulti hanno un ruolo cruciale nell’aiutare i giovani a costruire un futuro diverso, anche quando tutto sembra perduto. Come sottolinea Andrea Franzoso, “Che esempio diamo ai nostri ragazzi? Come possiamo intervenire?”. Lo spettacolo diventa così una chiamata all’azione, un invito a guardare oltre le apparenze e a credere che non sia mai troppo tardi per ricominciare.
Con tournée prevista fino a giugno 2025, questo spettacolo toccherà diverse città italiane, portando un messaggio di speranza e responsabilità.
Un’occasione per riflettere su quanto il coraggio, il supporto e le scelte giuste possano trasformare una vita. Perché, come insegna Daniel, la forza di cambiare il proprio destino è alla portata di tutti.